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 Le lande di elysium
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Jair
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163 Messaggi

Inserito il - 19/03/2010 : 14:35:59  Mostra Profilo Invia a Jair un Messaggio Privato
Le lande di elysium
I

Se ne stava sdraiato sotto un albero di quercia a contemplare il cielo e i suoi cambiamenti pensando ai tempi passati e a quelli che ancora dovevano arrivare.
<<Peccato che non sempre tutte le cose vanno come vogliamo>> sospirò Endorat.
Il suo paese natale era stato dato a fuoco e fiamme da alcuni briganti il giorno del suo compleanno. Doveva essere un grande giorno, a 16 anni raggiungeva la maggiore età e gli uomini del paese lo dovevano portare in locanda per farlo ubriacare celebrando così il suo passaggio all’età adulta. Questa era una tradizione del paese e nessuno la aveva mai saltata. Endorat era molto felice quel giorno, nella casa regnava un atmosfera ricca di felicità..nulla non andava in quel giorno, era tutto praticamente perfetto , la madre era intenta a preparare i dolci , quei dolci che facevano tanto impazzire suo marito e il suo adorato figlio ,e sorridendo continuava il suo lavoro. Si affacciò alla finestra per controllare come era il tempo , ma si accorse che qualcosa non andava , vedeva gente correre da una parte all’altra , come impazzita , sentì di passi e subito si voltò verso la porta di ingresso .Il marito piombò in casa, il volto stravolto dalla paura e dall’ansia, corse verso la moglie e le intimò di raccogliere in poco tempo tutta la roba possibile. La povera donna stava per chiedere spiegazioni quando la porta fu buttata giù con una potente spallata. Entrarono in casa diversi uomini, tutti armati, il padre di Endorat si buttò su di loro per proteggere il figlio e la moglie ma venne subito trafitto da una spada. Madre e figlio rimasero paralizzati senza sapere cosa fare. Vedendo il corpo del padre Endorat provò un odio profondo , una rabbia cieca che non riusciva a controllare. Iniziò a pronunciare una lenta litania che neppure esso sapeva di conoscere, ma non importava , ora tutto girava intorno a quella strana sensazione che provava , quella sensazione che lo divorava dall’interno. Le sue parole andarono man mano alzandosi di volume , fino a quando non diventarono un vero e proprio urlo e tutto esplose in una miriade di colori. La madre si coprì gli occhi con le mani per proteggersi dalla luce e , quando gli riaprì non riuscì a soffocare un urlo. A terra giacevano carbonizzati i corpi dei briganti , di loro non rimaneva nulla , le uniche persone che erano vive in quell’abitazione erano lei e suo figlio. Ancora passi , ancora urla . La madre intimò ad Endorat di fuggire . Il ragazzo non voleva lasciare sola la madre , ma non aveva alternative , rimanere significava la morte e così a malincuore dovette abbandonare la madre , ma non prima di pronunciare queste parole “ Un giorno ti vendicherò madre” così dicendo e con le lacrime agli occhi corse via. Prima di uscire dalla casa si voltò un ultima volta, appena in tempo per vedere la madre trucidata a terra.
Endorat emanò un grido e si alzò di soprassalto. Si rese conto di essersi addormentato sotto l’albero perdendosi tra i ricordi . Alzò lo sguardo al celo e si rese conto che era calata la notte,così si alzò e si mise a camminare per tornare a casa.
Quella sera era più tardi del solito e il giovane si recò nella locanda per consumare un pasto caldo e farsi una bella dormita. Endorat entrò nella locanda attraverso la porta principale e la richiuse accuratamente alle spalle. Si guardò in torno con aria circospetta. Stranamente era vuota. Andò a sedersi ad un tavolo e si slegò il mantello per metterlo dietro alla sedia. Sentì dei passi avvicinarsi ed alzò lo sguardo. Dinanzi a lui si trovava l’oste. Era un uomo grassottello con due occhi verde smeraldo,aveva un camice sporco di sugo e si detergeva il sudore dalla fronte mentre andava verso di lui . Il giovane ordinò una zuppa di verdure e un boccale di birra. L’oste prese l’ordinazione e si dileguò dietro il bancone. Endorat lo guardò mentre scompariva dietro il bancone e poi concentrò i suoi pensieri altrove. L’oste tornò dopo poco tempo e servì il piatto fumante e una caraffa di birra al ragazzo e si diresse nuovamente in cucina.
Proprio quando stava per iniziare a mangiare sentì un urlo. Subito si alzò di scatto e si mise a correre verso il luogo dove aveva udito quel agghiacciante suono. Quando entrò vide l’oste disteso a terra in un bagno di sangue e una figura tutta avviluppata di nero sopra di esso. Questa sentendo dei passi si voltò di scatto , vedendo che dinanzi a lei si stagliava un ragazzo di diciotto anni e vedendo l’espressione del ragazzo gli rivolse un sorriso agghiacciante. Endorat rimase come allibito..paralizzato da quella visione..era terrorizzato, non riusciva a muoversi,la sua mente gli gridava di scappare, che se non lo avrebbe fatto sarebbe morto,ma non ci riusciva. La figura nera si alzo pian piano e si diresse verso il giovane .Endorat guardò quella figura avvicinarsi come se fosse la morte, aveva iniziato a sudare..un sudore freddo..che gli correva lungo la schiena facendolo rabbrividire ..un silenzio irreale regnava nella locanda..e, dopo uno sforzo che gli parve sovrumano il giovane riuscì a dare le spalle all’ aggressore e scappare via. Ma non servì a molto .Quello era molto più veloce e agile di lui e in pochissimo tempo gli si parò davanti sbarrando ogni via di fuga.
<<Stolto..credevi davvero che ti avrei lasciato andare?>> La creatura emanò una risata che fece gelare il sangue nelle vene al povero Endorat <<La vostra fine è imminente stolti umani..esseri mortali..siete tutti condannati!!>> e di nuovo quella stridula risata echeggiò in tutta la locanda. <<Preparati a morire!>>.
Proprio quando tutto sembrava perduto ecco che la porta si spalancò e dal buio emerse una figura avvolta in un mantello di pelle. All’ inizio non lo riconobbe subito ma poi gli occhi si abituarono alla luce che filtrava attraverso la porta e lo riconobbe. Era Derek!!
<<Derek attento!!>>
Non riuscì a finire di formulare la frase che la figura ammantata di nero fu addosso al nuovo arrivato. Ma quest’ ultimo non si lasciò prendere alla sprovvista e sguainò la spada appena in tempo per deviare l’attacco dell’ altro. Derek impugnò l’arma con tutte due le mani e iniziò a caricare una serie di fendenti sul nemico. Ma tutti andarono a vuoto. Questo era troppo veloce e agile per essere colpito, così si limitò a parare e contrattaccare. Lo scontro durò solo pochi minuti ma per Endorat furono secoli. Superata la paura il giovane corse in aiuto dell’ amico e scagliò un incantesimo sulla figura nera che,colta alla sprovvista,non riuscì ad evitare il colpo e venne colpita in pieno. Questa cadde ,e, con un singolo movimento derek la trafisse al suolo. I due amici si guardarono l’un l’altro in volto. Le facce preoccupate ed ansiose. Endorat afferrò l’amico per il braccio.
<<Non so cosa sia e cosa voleva, solo che ha ucciso l’oste e per poco non uccideva anche noi!!>>
<<Ringrazia che sono arrivato in tempo . Avevo sentito delle grida e sono accorso appena ho potuto. L’importante e che stai bene>>
<<Oh io sto bene..ma non mi piace le cose che ha detto..Il vostro tempo è giunto miseri mortali..cosa voleva dire?>>
<<Suvvia non farci caso>> E diede una pacca amichevole sulla spalla dell’amico <<Sarà stato solo un pazzo assassino..non darci troppo peso..ora occupiamoci di avvisare la famiglia di questo poveretto.>>
Endorat annuì e insieme i due imboccarono l’uscita della locanda.

II

Quella sera tornato a casa Endorat non riuscì a dormire.. la sua mente vagava sempre su quella figura nera..sapere che aveva scansato la morte per così poco lo fece rabbrividire anche sotto il calore delle coperte. Si alzò e si affacciò sul balcone per respirare l’aria fresca della notte. Una violenta raffica di vento gelido gli investì il volto e ritirò momentaneamente il viso per proteggerlo dal gelo. Quando tornò nuovamente a guardare fuori una sensazione lo assalì..era come se non fosse solo, scrutò l’oscurità per vedere se riusciva a scorgere qualcosa ma non vide nulla. “Sarà stato solo frutto della mia immaginazione..sono stanco.. è meglio che vada a riposare“. Proprio quando finì di formulare il pensiero e si voltò per stendersi sul letto ecco che qualcosa lo afferrò e gli mise una mano sulla bocca. Endorat ricordò l’incontro avvenuto poche ora prima alla locanda ed era certo che quella figura non fosse morta ed era tornata per vendicarsi. Ma non fu così. La persona misteriosa allentò la presa ma non prima di intimargli di non fare rumore e di parlare a voce bassa.
<<Ascolta giovane mago..non sono un tuo nemico..sono venuto qui per avvisarti di partire il più in fretta possibile>>
A queste parole Endorat sobbalzò
<<E perché mai dovrei partire?>>
<<Delle forze oscure si stanno avvicinando a questo villaggio, e se ci tieni alla vita scappa! Porta con te anche il tuo amico Derek. Dirigetevi in una città di nome Enderet a nord di qui. Non dista molto. Con due cavalcature fresche in quattro o cinque giorni di marcia costante giungerete dritti alla meta>>
<<Come fai a sapere i nostri nomi? E perché stai avvisando solo noi invece di dare l’allarme a tutto il villaggio e salvare centinaia di vite umane?>>
<<Perché sono tutti morti>>
Gli occhi del mago si dilatarono per lo stupore
<<Starai scherzando spero! E perché mai noi siamo ancora vivi?>> Il suo sguardo emanava una cieca paura.
<<No Endorat è tutto vero purtroppo..tu e il tuo amico dovete recarvi subito ad Enderet. Vi spiegherò tutto a tempo debito, ora non c’è più tempo, prendi la tua roba e partite il più veloce possibile!>>
<<E tu che farai?>>
<<Io devo sbrigare alcune cose..ma non preoccuparti, so badare a me stesso>>
<<Prima di andare vorrei chiedereti una cosa. Tu di noi sembri sapere parecchie cose, ma noi di te non sappiamo nulla..vorrei sapere almeno il tuo nome>>
<<Ogni cosa a suo tempo>> disse l’uomo <<Ogni cosa a suo tempo>> e così come era venuto scomparve nel buio.
Endorat rimase ancora qualche istante dubitando che fosse tutto uno scherzo.
Chi era costui? E come faceva a sapere tutte queste cose?.
Il giovane mago era ancora perso nei suoi pensieri e non si accorse del rumore che proveniva dalle strade del villaggio. Quando se ne rese conto quel che vide gli fece gelare il sangue nelle vene.
Centinaia di persone vestite tutte come quella figura nera,armate fino ai denti di asce, picche,spade,archi..ogni genere di arma.
L’uomo non mentiva..era tutto vero..in men che non si dica Endorat preparò la sua roba e corse giù per le scale. Aprì l’uscio della porta e controllò che tutto era tranquillo. Niente sembrava aggirarsi per quella via. Approfittò di questo vantaggio per correre a casa dell’ amico e fuggire come gli aveva intimato quell’ uomo misterioso. Silenzioso e veloce il mago corse per i vicoli della città. Era interamente avvolto in un mantello nero e il suo volto era coperto da un cappuccio. In mano portava un pugnale, non era il massimo,ma sapere che poteva contare su qualche protezione lo rassicurava. Preferiva non ricorrere alle arti magiche sia perché l’uso magico l’ avrebbe stancato e non avrebbero potuto marciare verso la città ,sia perché avrebbe rivelato la sua posizione a eventuali maghi che si aggiravano per il villaggio. Imboccò una stradina che svoltava a destra e corse verso la casa dell’ amico.
Era talmente perso nei suoi pensieri che non si rese conto dei rumori di stivali che calpestano la nuda roccia. Se ne accorse troppo tardi. Disperato si voltò per affrontare gli aggressori, ma non ve ne fu’ bisogno. All’ improvviso si sentì afferrare e trascinare dentro una stanza buia. Endorat colto alla sprovvista iniziò a menare fendenti a vuoto come impazzito.
<<Endorat! Per Nerek fermati!!sono io!>>
Il giovane alzò lo sguardo e vide il volto familiare dell’amico .Sorrise.
<<Sono due volte che ti salvo la vita caro mio per quante volta ancora lo dovrò fare?>> Ridacchiò Derek.
<<Eh già. Sei stato proprio furbo. Mi ero dimenticato che qui c’è un passaggio segreto. Ci giocavamo da bambini>>
<<Già>> Derek si perse tra i ricordi dell’infanzia e quasi non si accorse dell’amico che parlava
<<Derek mi ascolti?>>
<<Si,scusami. Pensavo ai tempi passati>>
<<Quasi un ora fa,un uomo è venuto da me. Sembra che ci conosca bene tutti e due. E sembra conoscere bene anche questa dannata storia. Mi ha riferito che nel villaggio sono tutti morti,Tutti!>>
Un brivido percorse la schiena di Derek, vedendo l’espressione dell’ amico si fermò ma un suo cenno lo costrinse a continuare.
<<Gli ho chiesto come mai noi due siamo sopravvissuti.. Ma non ho ricevuto risposta , l’unica cosa che mi ha detto è “ Saprete tutto a tempo debito>> sospirò.
<<Mah..non so se crederci o meno..gente che compare dal nulla e attacca il villaggio , figure misteriose che cercano di salvarci..non ci capisco più nulla!>>
<<Non so a cosa credere nemmeno io..ci ha dato un indicazione.. ha detto di recarci ad una città di nome Enderet. Si trova a nord di qui. Con delle cavalcature fresche ci si arriva in quattro cinque giorni tenendo una marcia costante.>>
<<Perfetto!>> Sbottò Derek <<E dimmi Endorat,Dove le troviamo due cavalcature fresche? La città pullula di quei cosi e non mi sembra che siamo in grado di riuscire ad addomesticare un cavallo!>>
<<Hai ragione,ma cosa possiamo fare?>>
Rimasero qualche tempo fermi a pensare,poi Derek si voltò di scatto verso l’amico , il volto esultante
<<Appena fuori dal villaggio!>>
<<Cosa?>> Endorat guardò Derek senza capire.
<<Non ricordi? Il vecchio Helmet ! Quel vecchio scorbutico ha una stalla piena zeppa di ottimi cavalli>>
<<E dopo tutto quello che gli abbiamo fatto passare secondo te ci darà due cavalli? Appena gli chiederemo una cosa simile ci caccerà via a suon di bastonate!>>
<<E chi ha detto che dobbiamo chiederlo...>> Derek fece un piccolo sorriso malizioso.
Endorat vedendo l’amico con quell’espressione stampata in volto scoppiò a ridere dandogli una pacca sulla spalla.
<<Come i vecchi tempi?>> Disse il mago.
<<Come i vecchi tempi>> Rispose l’amico.




III

Prima di uscire dal nascondiglio i due si riposarono un po’. Cercarono di studiare un piano per poter riuscire ad andare alle stalle. La situazione non era delle migliori , la città era sorvegliata da centinaia di guardie , e superarle sembrava un compito impossibile. Tracciarono una piantina della città sulla nuda terra con un bastoncino , ricreando le vie che avrebbero cercato di imboccare, ma sembrava tutto inutile. Derek si sdraiò sul terreno
<<Non ce la faremo mai..>>
<<Avanti derek! Non possiamo mollare alle prime difficoltà! Dovrà pur esserci un modo! Posso ricorrere alla magia , anche se è un grande rischio>>
<<No Endorat , è troppo rischioso , se qualcosa andasse storto ci ritroveremmo centinaia di soldati alle calcagna , e questo vorrebbe dire morte certa per entrambi>>
Continuarono a elaborare un piano di fuga ma senza risultati. Passavano le ore e ancora non avevano trovato un modo per scappare , quando ad un tratto Derek si alzò di scatto
<<Endorat ho un idea!!>
<<Dimmi>>
<<Ricordi la via dove da piccoli giocavamo a fare i soldati?>>
<<Certo perché?>>
<<Ecco..allora , ricordi che svoltava in due direzioni? Una va all’uscita principale della città , l’altra passa per dei cunicoli sotterranei, forse non sono ancora arrivati là>>
<<Ma non sappiamo dove ci potrebbe>>
<<Lo dici tu..>> ridacchiò Derek
<<Non dirmi che lo hai esplorato senza di me!>>
<<E tu non c’eri mai..così ho fatto un salto in quel bel posticino..esce proprio a qualche passo dalla città>>
<<Mmm..potrebbe funzionare..ma se qualcosa va storto? , se sono già arrivati li?>>
<<Allora siamo morti>>
Endorat rabbrividì, ma capì subito che quella era l’unica soluzione che potesse seriamente funzionare , non avevano altra scelta , bisognava tentare , e se sarebbero morti , lo avrebbero fatto combattendo.
<<Va bene , andiamo allora>>
Derek annuì , e così facendo raccolsero e misero negli zaini le poche cose che avevano con loro.
Uscirono dal nascondiglio facendo attenzione a non procurare il ben minimo rumore.
<<Da ora in poi non una parola>>
Endorat annuì e così i due iniziarono la loro fuga dalla città.
Attraversarono diversi vicoli fermandosi diverse volte per evitare di imbattersi in un gruppo di soldati .Più volte furono costretti a cambiare via per poi ritornare sui propri passi.
Arrivarono a destinazione senza non troppi problemi.
<<Eccoci arrivati, preghiamo Nerek che qui dentro non ci sia nessuno>>
Derek prese la maniglia e iniziò a tirare , ma la botola rimase chiusa.
<<Maledizione! È chiusa!>>
<<Non puoi scassinarla?>>
<<Posso provarci , ma non è nulla di certo. Quando ero venuto l’altra volta era aperta , deve esserci stato qualcuno di recente..e la serratura è anche messa male dannazione! Tu va a controllare che non arrivi nessuno , mentre io cerco di aprire questa dannata botola>>
<<Cerca di fare in fretta , qui non siamo per nulla al sicuro >>
Derek sorrise all’amico cercando di rassicurarlo e si voltò mettendosi al lavoro.
I minuti passavano e la botola non si apriva.
<<Dannazione Derek! Datti una mossa!>>
<<Ci sto provando ma questa maledetta serratura non vuole cedere!>>
Endorat ritornò nervosamente a guardare le vie della città. Non gli piaceva per niente quella situazione. Si trovavano nel bel mezzo della città , potevano essere attaccati in qualsiasi momento ed erano anche senza via di fuga , no , non andava per niente bene.
Mentre era assorto nei suoi pensieri sentì dei passi e si voltò di scatto.
<< Derek maledizione arriva qualcuno! Muoviti dannazione!>>
I passi si facevano sempre più vicini , stivali che calpestano la nuda roccia , quattro , no sei , no dieci , erano troppi!
Derek iniziò nervosamente a muovere la serratura , e quando tutto sembrava andare storto ecco che la serratura cedette . I due ragazzi colsero l’attimo , si buttarono dentro chiudendo accuratamente la botola alle loro spalle , appena in tempo per evitare le guardie.
<<Ce la siamo vista davvero brutta>> Ansimò Derek.
<<Ci è andata bene questa volta. Dobbiamo essere più prudenti da ora in poi>>
<<Già..hai perfettamente ragione>>.
Si fermarono qualche minuto per far calmare la tensione e la paura che avevano provato poco prima. Si erano quasi imbattuti in una pattuglia , e questo non piaceva a nessuno dei due.
<<Dai Endorat mettiamoci in marcia>>
Il mago annuì.
Derek estrasse dalla sacca due pietre , prese dalle pareti una torcia e la accese. La fiamma sprigionata illuminò un lungo corridoio che scendeva per decine di braccia sotto terra.
I due iniziarono a muoversi , tenendosi l’uno affianco all’altra e facendo attenzione a ogni minimo rumore.
Camminarono per diverse ore fermandosi solo poche volte per consumare un pasto veloce e bere qualcosa. Sulle pareti erano disegnate delle figure, i due non riuscivano bene a capire di cosa si trattasse , ma sicuramente non era nulla di buono.
<<Derek quando sei venuto tu l’ultima volta questi disegni c’erano già?>>
<<No..deve esserci stato qualcuno , stiamo attenti>>
Durante il tragitto si fermarono diverse volte credendo di aver udito un suono , ma vedendo che non succedeva nulla riprendevano ogni volta il cammino , credendo che quei rumori fossero solo il frutto della loro immaginazione.
<<Questo posto non mi piace per nulla>>Sospirò Endorat
<<Nemmeno a me>> Ansimò << nemmeno a me..>>
<<Forza , continuiamo a camminare , voglio uscire da questo posto infernale il prima possibile>>
Derek annuì e i due ripresero il cammino , questa volta più veloci di prima.
Endorat ogni tanto si guardava intorno , era sicuro che qualcosa gli seguisse , ma non disse nulla , non voleva far preoccupare ancora di più derek, già abbastanza stremato, sapere che non erano solo lo faceva rabbrividire , anche in quel posto dove il caldo era soffocante.
Entrarono in una sala , sulle pareti erano affisse delle torce ancora accese , segno che qualcuno ci era stato da poco. Derek imboccò il corridoio il corridoio situato sul lato sinistro della stanza e Endorat lo seguì di rimando.
<<Sei sicuro che questa sia la direzione giusta?>>
<<Si sta tranqui..>>
Non riuscì a terminare la frase che venne colpito in pieno da un incantesimo.
Endorat si voltò di scatto , appena in tempo per vedere diverse persone , tutte armate , che correvano verso la loro direzione . Subito sollevò di peso l’amico e si voltò per fuggire , ma fu costretto a fermarsi , dinanzi a loro si stagliavano sei guardie , spade in mano.
I due non sapevano cosa fare, si erano sbagliati , quel passaggio era stato usato dagli invasori per penetrare silenziosamente in città e loro non se ne erano accorti . Derek e Endorat si trovarono spalla a spalla , circondati dagli invasori.
<<Siete spacciati>> Ghignò uno di essi
<<Endorat sono troppi, non possiamo affrontarli!>>
<<Dannazione..>>
Un idea balenò nella mente del mago
<<Ho un idea!>>
<<Sputa il rospo!>>
<<Posso usare un incantesimo illusorio , posso creare una nube di fumo che gli impedirà la vista per qualche secondo , così facendo noi avremmo il tempo per fuggire..se tutto va bene..>>
<<Non abbiamo altra scelta..Vai!>>
Endorat pronunciò una lenta litania , i soldati si guardarono l’un l’altro senza capire , e un attimo dopo tutto scomparve in una nube di fumo.
I due ragazzi corsero via , cercando di mettere più distanza possibile tra di loro e gli inseguitori.
<<Dannazione stanno scappando!>>
<<Prendiamoli!>>
Le urla cariche d’odio dei soldati riecheggiarono per tutto il corridoio
<<Maledizione ci sono alle calcagna!>>
<<Continua a correre non manca molto!>>
Continuarono la loro fuga , correndo a più non posso per i cunicoli , caddero diverse volte , ma si rialzarono sempre senza mai fermarsi .
Ben presto le gambe si fecero pesanti , e la stanchezza iniziò a farsi sentire , ma i due non mollarono.
<<Ancora un piccolo sforzo Endo!>>
Il mago era stremato , ma non si fermò, non voleva morire in quel modo , e non sarebbe morto.
<<Endorat l’uscita!>>
L’urlo di Derek lo fece sobbalzare. Seguì lo sguardo eccitato dell’amico e si accorse che finalmente erano arrivati a destinazione. Iniziarono a correre più velocemente fino a quando non raggiunsero la porta. Andarono per aprirla ma anche questa era chiusa , come la precedente.
I due ebbero un tuffo al cuore , non avevano via di fuga e gli inseguitori erano proprio alle loro spalle.
<<Derek cerca di aprire questa dannata porta!>>
<<Ci vorrebbe troppo tempo! E le guardie sono proprio dietro di noi!>>
<<Non preoccuparti , ci penso io a tenerli a bada, tu cerca di fare il prima possibile>>
Sentirono nuovamente le urla degli inseguitori , ma questa volta erano più distinte
<<Non ci scapperanno!!>>
<<Saranno nostri!!>>
<<Siete spacciati rivvil!!>>
Endorat fu pronto. Allungando le mani dinanzi a se pronunciò delle parole arcane . Dalle sue dita partirono dei raggi luminosi che si scagliarono contro i nemici , incenerendone alcuni . Ma questo non bastò , erano troppi e non potevano essere fermati in questo modo, così gli venne in mente un idea.
Poggiò una mano sul terreno e pronunciata una frase una barriera di energia si innalzò fino al soffitto . I Soldati si buttarono contro di essa ma senza risultato.
<<Dai Derek! Non posso resistere ancora a lungo!>>
<<Dammi qualche minuto , ci sono quasi!>>
La barriera iniziò a indebolirsi sotto i ripetuti colpi dei soldati.
<<Non posso resistere ancora a lungo! Sbrigati!>>
La barriera ormai si era ridotta a una sottile linea argentata
<<Fatto! Avanti Endorat!>>
Il mago lasciò che la barriera si frantumasse in una miriade di schegge e corse via .
Appena fuori Derek chiuse immediatamente la porta alle sue spalle , mettendo la spada sulla maniglia per evitare che la aprissero.
I due alzarono lo sguardo al cielo , ansimando per la paura provata poco prima. Sopra di essi il cielo era scuro , pieno di stelle. Era calato il sole .
Erano stati li sotto un intero giorno. Inspirarono a fondo l’aria fresca della notte e si buttarono esausti sull’erba.
<<Siamo fuori Derek..siamo fuori>>
<<Già..siamo salvi per ora..avevo paura di non farcela>>
<<Anche io>>
<<Beh , cerchiamo di recuperare le forze , domani mattina andremo da Helmet per i cavalli..stabiliamo dei turni di guardia non si sa mai..ed evitiamo di accendere un fuoco , il fumo potrebbe attirare quelle cose..>>
<<Non ce ne sarà bisogno >>
Endorat schioccò le dita e sulla sua mano comparve un piccolo fuocherello
<<Non sarà il massimo , ma almeno avremo un po’ di luce e di calore>> Sorrise
<<Sempre con questi trucchi magici eh?>> ridacchiò Derek << Inizio io il turno di guardia , ti chiamerò io tra due ore , ora riposati , buona notte>>
<<Buona notte Derek>>
Subito il mago sprofondò in un sonno senza sogni , mentre Derek preoccupato vagava con i suoi pensieri al viaggio che ancora dovevano intraprendere per arrivare alla loro nuova città.


(La continuzione arriverà a breve)

Certo che la vita è strana..accade quello che non ti saresti mai aspettato..il tempo va avanti..le cose cambiano..e con loro cambiamo anche noi..

MaRe
Utente Master



Regione: Puglia
Prov.: Taranto
Città: Monteparano


1062 Messaggi

Inserito il - 17/10/2010 : 14:33:33  Mostra Profilo Invia a MaRe un Messaggio Privato
Jair.. e questa continuazione, allora?

http://www.youtube.com/watch?v=vuKygsysaJM&feature=related
Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre,
anche quando la persona che ci ha amato non c’è più. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle.
(Albus Silente)
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spiderman
Utente Attivo


Regione: Sardegna
Prov.: Cagliari


772 Messaggi

Inserito il - 08/12/2011 : 11:01:15  Mostra Profilo Invia a spiderman un Messaggio Privato
Oggi 8 dicembre 2011 mi è venuto in mente di raccontare(poi giuro che non lo farò mai più) a grandi e piccini il Natale che sta per arrivare e non è altro che la descrizione di un sogno natalizio,ma….( non anticipo la conclusione). TITOLO : Natale 2011( o altro a libera scelta)
Premessa. Molto tempo fa io ero molto giovane e non grosso e anziano come sono adesso. Ricordo che ogni 25 Dicembre,già alle prime luci del mattino,cominciavo a sentire un insolito vociare festoso di bambini in mezzo alla strada. Un po’ di mente locale e pensavo che quella mattina avrei “dovuto” stare male e cercare di non alzarmi,per non vedere tutti gli altri che festeggiavano felici con i propri giocattoli mentre io sarei stato costretto,ahimé,a guardarli in disparte. Purtroppo la mia famiglia era povera e non avevano la possibilità di comprarmi un seppur piccolo regalo. Io non facevo capricci,ma, in cuor mio,pensavo che anch’io ,una volta tanto,avrei avuto il diritto a quel dono che,chi più,chi meno, avevano avuto il piacere di ricevere in quel solenne giorno. La mia casa non dava l’idea di una casa addobbata per l’occasione,se non un piccolo abete artificiale,disadorno,poggiato ,quasi vergognoso di esistere,appena dietro alla porta d’entrata. Ma ero felice di vederlo da tanti anni,ogni anno,sempre lo stesso.
Qui comincia il sogno. Una volta diventato grande ebbi la voglia di riscattarmi. Dovevo fare qualcosa per quei bambini,che,come me,non avevano mai ricevuto il benché minimo “pensiero natalizio”. Fui chiamato da Babbo Natale,cui avevo inviato una mia lettera. Mi pregava di andare da lui in Lapponia per apprendere la modalità della “missione” di portatore di doni,sostituendolo al momento opportuno in caso di bisogno. Così mi recai in Lapponia nel suo paese e lì stetti pochi mesi ad imparare l’arte per far felici tutti i bambini del mondo. Imparai che le renne con le slitte piene di doni volavano in tutto il mondo con la forza dei sorrisi di tanti bambini. Quest’anno la missione che mi è stata affidata,quale prova della mia capacità era di venire in Italia a portare i doni ai bambini di questo Paese. “Attenzione”,mi disse il Capo dei Babbi Natale “dovrai recarti a casa di quei bambini che non hanno scritto la letterina a Babbo Natale”. OK. Lungo il tragitto con slitte e renne mi accorgevo che le nazioni attraversate non erano pronte a festeggiare il Natale e vedevo strade e piazze quasi al buio,senza le solite luminarie natalizie. Pensai che forse era presto,ma che,arrivato in Italia,come al solito,avrei avuto una accoglienza gioiosa con le sue solite luci sfolgoranti. Mentre passavo attraverso i paesi di montagna pieni di neve, vedevo dappertutto il buio e un insolito silenzio. Ma che succede in Italia,pensai. Ero carico di regali ed il loro peso cominciava a stancarmi. Scesi finalmente tra le nevi dell’Alto Adige e del Friuli,ma le case ed i camini erano chiusi. Ero incredulo. Decisi di cominciare a distribuire i doni dal Sud d’Italia, dove il Natale era “sentito” di più e,da quel che avevo sempre saputo,la gente era più accogliente. Arrivai la mattina del 25 Dicembre in un paesino chiamato Monteparano,il cui nome non mi era nuovo:l’avevo già sentito altre volte. Era una notte gelida,non c’era neve. Il paese era,sì,illuminato,ma,che strano,i camini e le case erano sbarrate,come se,la gente temesse l’arrivo di un esercito di invasori. Eppure,solitamente,quella notte arrivava Babbo Natale e sapevo che ogni bambino si preoccupava di predisporre un posticino vicino al proprio letto,dove lo stesso potesse appoggiare i doni portati in regalo. Entrai silenziosamente nella casa di Natalino,che era uno di quei bambini che non aveva inviato la letterina a Babbo Natale. Non dormiva,ma era coricato abbracciato ad uno spelacchiato cane in peluche. Mentre mi avvicinavo a sostituirgli il suo cagnolino con un moderno e colorato trenino, non si spaventò nel vedermi. Mi guardò e mi sorrise. Mi allungò le braccia come a volere un abbraccio. Lo abbracciai. Mi sedetti al suo fianco sul letto e notai che aveva il viso rigato dalle lacrime. Gli chiesi oltre al motivo per cui piangesse, perché mai avesse tra le mani il dono dell’anno scorso. Certamente aveva l’età per capire l’importanza di un dono natalizio e quasi meravigliato della mia domanda ,mi disse:”Come,non sai che quest’anno pochi bambini in Italia riceveranno il dono di Natale?”. Ovviamente gli chiesi spiegazioni ,perché mancavo da un po’ di mesi dall’Italia. Natalino,singhiozzando:”Perché ieri ho visto il mio papà e la mia mamma abbracciati che piangevano ,mentre leggevano la lettera di licenziamento dal lavoro del mio papà. Ho pensato che quest’anno lui e tanti altri papà non hanno i soldi per comprare il regalo di Natale ai loro bambini”. In effetti,ora che mi viene in mente… la letterina non pervenuta ….il buio…il silenzio…Ora capisco. In Italia deve esserci una brutta crisi economica tale che nessuna famiglia,tranne poche eccezioni,potrà permettersi il “lusso” di fare i tanto agognati doni natalizi ai propri bambini. E questo bambino,Natalino,era consapevole e rassegnato alla realtà. Un po’ come me,da bambino. E no,mi ribellai. Il mio sogno era quello di “diventare” Babbo Natale per riempire di doni le case dei bambini poveri. Mentre cercavo di consolare Natalino con il mio dono che gentilmente rifiutava, mi consegnò un foglietto che aveva custodito sotto il suo cuscino e su cui era scritto:”Caro ,Babbo Natale,il dono quest’anno non portarlo a me, ma al mio papà: egli vorrebbe riavere semplicemente il suo posto di lavoro. Grazie. Natalino”. Non aprii bocca,lo riabbracciai e… mi svegliai.
Mi accorsi di avere le lacrime agli occhi anch’io. Che brutto sogno natalizio! Tornando alla realtà,mi conforta che oggi è il giorno 8 Dicembre(giorno di festa) e mancano 17 giorni per Natale…Chissà…Un miracolo?….Una speranza?… oppure Una realtà?. Dai,su,stringiamoci,facciamoci forza,vogliamoci bene!
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enter
Utente Super



Regione: Puglia
Prov.: Taranto
Città: Monteparano


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Inserito il - 08/12/2011 : 13:21:25  Mostra Profilo Invia a enter un Messaggio Privato
Complimenti a Spiderman,magari i bambini la capiranno meno ma i grandi sanno di cosa stai parlando.Prendo in prestito questo:

"Dai,su,stringiamoci,facciamoci forza,vogliamoci bene!" e irriverentemente ci aggiungo questo:

http://www.youtube.com/watch?v=QpWkaeziPBY

Tanti auguri a tutti.Ce la faremo anche stavolta.
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killer44
Utente Super




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Inserito il - 09/12/2011 : 07:51:46  Mostra Profilo Invia a killer44 un Messaggio Privato
enter ha scritto:

Complimenti a Spiderman,magari i bambini la capiranno meno ma i grandi sanno di cosa stai parlando.Prendo in prestito questo:

"Dai,su,stringiamoci,facciamoci forza,vogliamoci bene!" e irriverentemente ci aggiungo questo:

http://www.youtube.com/watch?v=QpWkaeziPBY

Tanti auguri a tutti.Ce la faremo anche stavolta.


Forse Spiderman ha sbagliato discussione. Ne doveva aprire una apposita per questo post. Comunque è piaciuta anche a me, forse perché non sono bimbo come dice Enter.

Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi.

Nietzsche
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