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Solomon
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Inserito il - 27/03/2009 : 13:40:55
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Facciamo un gioco! Cominciamo a creare una storia a turno, ognuno può partecipare inserendo luoghi, personaggi e vicende per arricchire il racconto. la traccia iniziale e:
Il signor G. decise di alzarsi perchè non riusciva a dormire. Era da poco scoccata la mezzanotte, ma la città, viva e frenetica sembrava non essersene quasi accorta: dalla strada venivano gli echi di sirene della polizia, musica ovattata di locali lontani e vicini che proprio a quell'ora cominciavano a fare affari d'oro. Lungi dal dormire, la città viveva di una doppia e frenetica vita notturna. G. guardò fuori dalla finestra del suo appartamento, in basso a decine di metri sotto di sè le automobili sfrecciavano come minuscole lucciole e le centinaia di luci colorate illuminavano le strade. Dopo qualche attimo decise che sarebbe uscito anche lui: magari una passeggiata avrebbe conciliato il sonno. Prese il soprabito e, dopo aver chiuso la porta a chiave, si avviò verso l'ascensore...
ORA TOCCA A VOI: SCRIVETE 14 RIGHE E INVENTATE TUTTO QUELLO CHE VOLETE...RICORDATE UNA COSA SOLTANTO: COLLEGARE LA VICENDA A QUELLO CHE E' STATO SCRITTO DAL PRECEDENTE GIOCATORE... BUON DIVERTIMENTO!!!!
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"Quod in aeternum cubet mortuum non est, Et saeculis miris actis etiam Mors perierit" |
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Utente Super
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Inserito il - 27/03/2009 : 13:51:59
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Anche stavolta lo trovò bloccato.A quell'ora serviva per altro. Decise di scendere a piedi,nonostante ci fosse poca luce e il tanfo insopportabile. Davanti al portone le solite "signorine"che animavano ogni notte quella via,non lo degnarono nemmeno di uno sguardo,non era nuovo a queste reazioni,a volte pensava che nessuno si accorgesse di lui. Diresse il suo sguardo all'orizzonte,se non fosse stato per tutti quei grandi palazzi e per l'immancabile foschia da smog si sarebbe detto fosse una bella nottata. Era ancora con lo sguardo al cielo quando per poco un taxi lo mancò,decise sarebbe stato meglio così ma anche stavolta la fortuna non l'aveva accompagnato..... |
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leila
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Inserito il - 27/03/2009 : 22:04:48
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Si appoggiò ad un palo,si frugò in tasca ed accese l'ennesima sigaretta. Dopo solo due tiri si rese conto che era inutile anche lei e la buttò via, proprio in quel momento con uno scatto fulminio si avvicinò un cane pensando di trovare per terra qualcosa da mangiare, gli scodinzolò un pò intorno ed infine vedendo che non ricavava nulla, gli si accovacciò vicino. G osservò con molta attenzione quel cane,era nero e bianco,con un pelo lungo,anche curato e con un collare che aveva una piastrina a forma di cuore. Per un attimo pensò che quel cane poteva essergli di compagnia,ma lui cosa gli avrebbe dato? Il nulla della sua vita...cominciò a camminare lungo la via. Tanta gente,donne, uomini,barboni, G vagava senza che niente potesse attirare la sua attenzione,ad un certo punto si sentì seguito.... |
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Utente Super
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Inserito il - 28/03/2009 : 12:52:30
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Si voltò di scatto,con paura,da quando si era lasciata con G,il rientro a casa era diventato un incubo.A quell'ora,per strada,si incontrava di tutto anche l'indifferenza.Erano rimasti ormai pochi isolati e si sentì più sicura,anche per oggi tutto era andato.Aprì il portone,salì velocemente le scale e dopo essere entrata in casa ,con cura,si assicurò che la porta fosse ben chiusa.Solo allora constatò quanto era stanca e sopratutto sola.Si riempì il suo bel bicchierone di latte,tolse le scarpe e si accovacciò sulla poltrona.Le luci spente,la tv muta,per un pò si isolò dal mondo intero nonostante l'ennesima lite dei vicini e il continuo ululare di una sirena.Si ritrovò a pensare al vuoto lasciato da G quando aveva deciso di andar via.Non era sicuramente un gran uomo,aveva mille difetti e forse qualche problema esistenziale ma,vicino a lui e con lui si sentiva bene,protetta,quasi felice.Comprerò un cane che mi tenga compagnia ,decise,ritornando in se. |
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Jair
Utente Medio
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Inserito il - 28/03/2009 : 15:50:55
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La mattina seguente si alzò che il sole era sorto da poco..si ricordò del cane della sera precedente..era stufo di non avere nessuno con se..e pensò che un animale le avrebbe fatto comodo..così fece colazione e si vestì in fretta e furia. Percose la stessa strada che aveva fatto la sera prima ,nella speranza di trovare il cane che le si era avvicinato..ma non lo trovò. Continuò a cercare per svariate ore ma senza trovare la minima traccia dell animale. A quel punto si decise che continuare la sua ricerca era inutile e pensò che era meglio acquistare un cane invece che cercarlo per l'intera città senza alcun risultato. Si avviò verso il negozio di animali più vicno..stava per accendersi una sigaretta ma quando arrivò al negozio le cadde dalle mani... |
Certo che la vita è strana..accade quello che non ti saresti mai aspettato..il tempo va avanti..le cose cambiano..e con loro cambiamo anche noi.. |
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Utente Super
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Inserito il - 28/03/2009 : 22:01:42
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Non poteva crederci,lì davanti ai suoi occhi,accovacciato e sonnecchiante,c'era lo stesso cane che aveva incontrato la notte precedente.Alzò appena le orecchie,aprì gli occhi e annusò a fondo,incominciò a scodinzolare piano spolverando il marciapiede.In quel preciso momento G fu sicuro che qualcuno si ricordava ancora di lui.Si piegò,lo accarezzò da prima e poi incominciò ad arruffargli il pelo,si rese conto che aveva bisogno di una bella ripulita ed entrò nel negozio per animali poco lontano.Ordinò un trattamento completo e un guinzaglio nuovo e quando due ore dopo lo rivide non credeva ai suoi occhi,era veramente bello e i suoi occhi esprimevano gioia e gratitudine.Decise che forse una bella ripulita e un vestito nuovo non avrebbero guastato nemmeno lui,era da tanto,troppo tempo che non si guardava allo specchio ma era sicuro che qualcosa era cambiata e sicuramente in peggio.Pensò per un attimo a lei,alla sua dolcezza,al suo prendersi cura di lui,al suo esserci nei brutti momenti sempre più frequenti,sempre più brutti.Proprio in quel momento si ricordò di essere in ritardo all'appuntamento col suo analista,maledetta depressione...... |
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mentecat
Utente Master
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Inserito il - 29/03/2009 : 11:55:22
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Dapprima scelse d’andarci con il nuovo amico a quattro zampe, poi ci ripensò: decise di saltare l’appuntamento! Quella stessa sera, però, stava più male del solito, era pallido e stanco, aveva bisogno di prendere un caffè. Entrò in uno di quei bar molto cari dove, quando si ordina una tazza di caffè, si finisce con l’avere sempre tre quarti di tazza di caffè. Alcuni bar sono così distinti che una tazza di caffè intera sarebbe una cosa volgare . Ma non poteva neanche lamentarsi infatti, facendogli pesare la cosa, gli avevano concesso il permesso di far entrare anche il quadrupede, a patto che ordinasse in fretta e togliesse il disturbo quanto prima. Fece talmente in fretta che volutamente dimenticò di ritirare il resto, anche perché non era assolutamente in condizione di sostenere una discussione su questioni di principio. Tornò a casa con il cucciolo, aprì il frigorifero, e versò in una ciotola gli avanzi del pranzo, poi, quasi a volersi scusare con lui, gliela offrì. Accennando a movimenti ormai ripetuti fino alla noia, frugò nelle tasche alla ricerca della sua amica inseparabile: la sigaretta. Dopo averla accesa alzò lo sguardo verso lo specchio che aveva di fronte, aspirò e , per la prima volta , notò intorno alla sua bocca due piccole rughe che non aveva mai visto prima. Rimase sorpreso per un attimo come se la cosa fosse di importanza vitale e poi, scuotendo il capo, si voltò e cominciò ad andare avanti e indietro……
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La sanità mentale è un'imperfezione.
Charles Bukowski |
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Utente Super
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Inserito il - 29/03/2009 : 12:19:21
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E anche oggi era andato.Si apprestava ad uscire dal grande magazzino dove lavorava e a tornare a casa. Così come la sera precedente camminava svelta e spesso si guardava indietro,non era ora e non erano strade particolarmente indicate per una donna sola. Anche stasera il tempo non era male e addirittura si intravedevano a sprazzi le stelle,forse il lungo,freddo e piovoso inverno stava andando finalmente via.Arrivò a casa e dopo l'ennesimo giro di chiave si sentì meglio,con gesti calcolati e ripetuti,in breve si trovò sulla sua adorata poltrona. Cercò in breve di fare un veloce riepilogo della giornata,partendo dal suo ultimo pensiero della sera precedente.Era sola,si sentiva sola,non voleva essere sola e l'idea del cane non era il massimo,forse meglio telefonare a G,con una scusa qualsiasi,qualche parola anche per capire come stava.Già come stava,come si sentiva dopo averla lasciata quasi senza una parola eppoi perchè.Era presa a pensare a lui quando il telefonò squillò.... |
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leila
Utente Medio
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Inserito il - 29/03/2009 : 19:44:30
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Camminando sù e giù per la piccola casa G pensava a lei, cercavava di scacciarla via, ma niente. Aveva una immagine fissa, sempre il suo viso, dolce, i suoi occhi...con quel taglio allungato di colore verde,la sua pelle olivastra,vellutata e quei lunghi capelli neri, un pò ondulati che lo incorniciavano come un quadro,lei era deliziosa,molto intelligente e poi era così bella, bella davvero. Incominciò a tornare indietro nella loro storia,le loro emozioni,le risate,le litigate e di come bastava poco per rovinarsi le giornate quando si perdeva per un attimo il controllo,la fiducia,ed era facile ascoltare gli altri con i loro consigli, ma loro non potevano misurare il loro amore.Quando ci si accorgeva di aver sbagliato era bello ritrovarsi. Nel pensare tutto ciò si ritrova il cellulare in mano....è in corso la telefonata,sente il primo squillo,decide di riattaccare,ma forse un saluto poi non è così grave..... |
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Amministratore
amministratore
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Inserito il - 29/03/2009 : 20:08:20
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(intervengo solo per esortarvi ad inserire anche dei dialoghi)
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"Fatti non fummo per viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza" |
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nessuno
Nuovo Utente
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Inserito il - 29/03/2009 : 20:12:12
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la voglia di sentire la sua voce è tanta, come tanta è anche la paura di ricominciare. Cosa fare? intanto si prepara una camomilla, sente la ncessità di calmarsi ..... ma il risultato non è quello sperato, sembra più nervoso di prima. Forse una doccia può rinfrescare le idee. Il rumore dell'acqua sovrasta il silenzio della sa anima e si mescola alla confusione della sua mente. Ha appena chiuso il rubinetto della doccia e sente il cellulare squillare, le sue gambe iniziano a correre verso la cucina, deve assolutamente prendere il telefono per vedere chi lo sta cercando.Il display segna un numero di cellulare sconosciuto e un nuovo interrogativo attanaglia la sua mente....... |
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Gandalf
Utente Super
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Inserito il - 29/03/2009 : 20:22:48
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( io invece intervengo per esortarvi a rendere più chiaro chi sono i protagonisti : a volte si fa fatica a capire se si sta parlando di uomini o donne ). |
In claris non fit interpretatio |
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Utente Super
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Inserito il - 29/03/2009 : 22:13:37
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Lei rispose,forse anche troppo in fretta,dall'altra parte invece di G.come si era aspettata,c'era il suo capo,che ancora una volta la invitava a cena o a bere qualcosa.Per l'ennesima volta rifiutò in maniera cortese e nonostane la sua insistenza riuscì nel suo intento.Quell'uomo stava diventando un incubo,da quando lei si era lasciata con G.la marcava stretta,l'osservava e le sue attenzione sfioravano le molestie,ma quel posto a lei serviva e non era certamente un paffuto,calvo,infedele titolare di magazine che glielo avrebbe fatto perdere. Quei pensieri la riportarono a credere che forse recuperare G.e la loro storia diventava sempre più urgente,prioritario,vitale.L'unico uomo che mai l'aveva importunata,infastidita anzi ricordò sorridendo al loro primo bacio,fu lei che le si avvicinò altrimenti chissà se sarebbe mai accaduto.Si alzò dalla sua poltrona e si diresse allo specchio,si sedette davanti e incominciò a lisciarsi i capelli,notò che nonostante tutto il tempo era stato clemente con lei,si ma per quanto ancora.... |
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cicow1
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Inserito il - 30/03/2009 : 19:20:18
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..poi si alzò. I suoi occhi, lucidi come perle,si fermarono su quell'immagine riflessa. La osservavano. La guardavano con distacco, quasi fosse un altra persona. La scrutavano. "ho paura di te" disse. Aprì il rubinetto. Sentì l'acqua, calda..bollente, riempirle le mani, e la pelle del suo viso si ritirò a quel contatto. "io non sono come te" urlò.Lo specchio trasudava goccioline di vapore. Infiniti rivoli d'acqua scendevano,come matite animate,disegnando un volto diverso.Irreale. Ora le sue mani erano come impazzite,frenetiche nel cancellare quei tratti. "Io non sono come te" urlò ancora..,mentre lo specchio andava in frantumi colpito dal palmo della sua mano aperta. Istintivamente la mise sotto l'acqua..La vedeva sgorgare e diventare rossa.Non provava dolore. |
cico |
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Utente Super
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Inserito il - 30/03/2009 : 20:47:16
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L'unico dolore che sentiva era solo la solitudine,quel vuoto dentro il cuore. Mentre si fasciava la mano con una benda suonò il campanello, si avvicinò alla porta e chiese: "Chi è" "Apri sono Laura",lei aprì la porta e Laura vedendola in lacrime l'abbraccio. "Ma cosa ti è successo?" Le lacrime di Linda erano come un fiume in piena, singhiozzava come una bambina e non riusciva a parlare.Laura decise di passare la notte da lei e disse: "Sfogati pure, prenditi tutto il tempo che ti serve,non ti lascio sola in queste condizioni, domani con calma ne parliamo",e le diede un bacio sulla fronte.... |
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cicow1
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Inserito il - 31/03/2009 : 12:36:06
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“ ti ricordi quella volta nel campo ?” le chiese mentre toglieva le bende per controllarle la ferita. “Si” rispose Linda.”tu sei sempre stata più forte di me”. Laura rideva. “Dai ,smettila, non ridere”...”quel cane mi rincorreva..eravamo bambine…,ebbi paura…,non ridere ho detto.” . “Si”, proseguì Laura mentre continuava a medicarla..,e a ridere.. “talmente tanta che per guardarlo,correndo come una lepre, non ti sei accorta del muretto a secco e ci sei rovinata sopra”… “Mamma che volo” . “ Già” replicò Linda..,”allora non ridevi però”. “Si, non ridevo” Le rispose cambiando tono.,”ebbi tanta paura invece”. A quelle parole di Linda si illuminò come neve al sole..e un sorriso bellissimo si disegnò sul suo viso. “Ti voglio bene” le sussurrò, abbracciandola. |
cico |
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Utente Super
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Inserito il - 31/03/2009 : 13:00:20
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G finì di asciugarsi sempre pensando a quel numero di telefono sconosciuto,si vestì e prese il collare.Fu un gesto che scatenò la reazione del cane che subitò scattò in piedi e incominciò a saltellargli attorno.Scesero le scale in silenzio,non voleva che i vicini sapessero dell'esistenza del cane, si diressero verso il parco non molto lontano da lì.Era l'ora ideale,poca gente e un buon profumo nell'aria,anche la temperatura non era male.Si sedette ad una panchina e liberò l'animale che subito scappò via chissà dove,si accese una sigaretta e finalmente provò a rilassarsi un pò.Ritornò a pensare ai vecchi tempi,lei sarebbe stata contenta di avere un cane a fargli compagnia,sarebbe stata contenta di essere lì nel parco vicino a lui,le si sarebbe accucciata addosso e il suo calore lo avrebbe riempito di gioia e di tranquillità.Già proprio quello che adesso non aveva.Il cane intanto gli si era avvicinato e con fare indifferente si era piazzato proprio tra i piedi,decise di rimanere ancora un pò a godersi quella bellissima sensazione di libertà e spensieratezza era da tempo che non si sentiva così....... |
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cicow1
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Inserito il - 31/03/2009 : 20:04:15
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..si lasciò andare,rilassando i propri muscoli, quasi fosse affondato su una morbida poltrona, coperto solo dal calore del camino..pittosto che seduto su di una fredda e dura panchina urbana di grigio cemento. Chiuse gli occhi. Improvviso...lo squillo del telefono si intromise come grosse gocce di pioggia su di un mare liscio come l'olio. "Chi ti cerca?" le chiese gentilmemnte Laura. "non lo sò" rispose Linda. La sua voce era più preoccupata che sorpresa. "Non ricevo molte chiamate" continuò " e quando accade,solitamente poi mi pento di aver risposto". "Dai" replicò Laura "rispondi..,e sorridi per piacere". "Si", ma la sua voce la tradiva. "Pronto?..si, sono io." Laura la osservava parlare e, suo malgrado,capì che, anche stavolta,Linda aveva avuto ragione. "Ma non è possibile..,non è me che dovete cercare" Guardandola agitarsi..fece per intervenire, ma la mano tesa di Linda la bloccò. "ok, va bene.., ma mi dica almeno..." Il suo interlocutore non le dava il tempo di rispondere, nè di pensare. Posò il telefono.Si guardarono. |
cico |
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Inserito il - 01/04/2009 : 10:03:52
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Decise che era arrivato il momento di rientrare a casa,allacciò il collare al cane e si diresse in direzione dell'uscita del parco.Camminava libero e incominciò a pensare che forse la depressione stava incominciando ad andar via,sentiva dentro di sè una voglia di vivere,di riscoprire e riscoprirsi che ormai da un pò non aveva più.Decise di fissare un nuovo appuntamento con il suo analista,doveva necessariamente parlarne con qualcuno,guardò il cane e capì di aver fatto bene a portarlo a casa,adesso mancava solo poter ricontattare Linda e ricominciare con lei una storia interrotta solo per colpa sua.Si maledisse di non aver portato con sè il cellulare,ad averlo l'avrebbe richiamata subito,forse l'avrebbe invitata a cena in quel locale che a lei piaceva tanto,o forse,si sarebbe fatto raggiungere lì nel parco.Era così preso da tutti questi pensieri che non si accorse delle figure dietro di lui che lo seguivano già da un pò,ne tanto meno dall'atteggiamento guardingo del cane.All'improvviso un colpo e un gran flash e tutto divenne buio e muto.... |
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Solomon
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Inserito il - 01/04/2009 : 11:06:29
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Si risvegliò con la testa che pulsava, un dolore strano come se avesse un secondo cuore, vivo all'altezza della nuca. Gli girava la testa e aveva voglia di vomitare "Cosa è successo?" si chiese mentalmente guardandosi attorno, ma era immerso in una totale oscurità da impedirgli di riconoscere la realtà che lo circondava. Sentì in lontananza il verso di un cane che arrivava alle sue orecchie ovattato, distante. Provò ad alzarsi ma le gambe non gli ressero e ricadde per terra. Restò così per qualche attimo, mentre i suoi occhi si abituavano al buio: riconobbe delle pareti, scarne e più in là una rampa di scale che saliva in alto: non era certamente a casa sua! "C'è nessuno?" urlò ma non ebbe risposta. Massaggiondosi la testa per attutire il dolore, G. riuscì a rimettersi in piedi, dirigendosi verso le scale, c'era un odore di benzina lì dentro, un odore che in altri luoghi e tempi avrebbe apprezzato, ma che in quel frangente gli dava solo una gran nausea. Mise un piede sul primo gradino, poi sul secondo, e quasi contemporaneamente la porta in cima si aprì investendolo di una luce. "Ben svgegliato signorino!" disse una voce con tono beffardo |
"Quod in aeternum cubet mortuum non est, Et saeculis miris actis etiam Mors perierit" |
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Utente Super
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Inserito il - 01/04/2009 : 19:42:24
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Le ci volle del tempo prima che smettese di tremare e realizzare che tutto era vero.Guardò Laura,li vicino a lei,che la fissava con sguardo interrogativo e ansioso,si lasciò cadere sulla poltrona e incominciò a ricostruire con calma,quello che gli era stato detto per telefono.Allora,dai documenti trovati nel parco e dalla testimonianza di due ragazzini,pare che G avesse subito un'aggressione e che fosse stato portato via da due,forse tre persone.Insieme a G anche il suo cane,ma da quanto tempo G aveva un cane?Quanto tempo era passato dal loro ultimo giorno insieme?E perchè la polizia aveva chiamato lei?Cosa si aspettavano da lei?E G cosa c'entrava con una aggressione e con il rapimento? Cercò con lo sguardo Laura ma,sicuramente non poteva aiutarla,visto che ancora non gli aveva detto nulla.Con calma informò Laura di quello che era successo e il sentirsi raccontare quella storia aumentò i suoi dubbi i suoi interrogativi.Tornò indietro col tempo.Quando lei conobbe G,cinque anni prima,lui era un bravo consulente finanziario,era conosciuto e stimato non solo dai suoi colleghi ma anche dai clienti che lo consultavano a qualsiasi ora,alcuni anche a casa o il sabato e la domenica.Non una volta avevano litigato per questo,ma lui non abbandonava nessuno ed era sempre a disposizione per tutti.Avevano cercato casa insieme,i loro rispettivi mini appartamenti,non permettevano la normale vita di coppia.L'avevano trovata poco lontano dalla città,l'avevano arredata insieme e insieme si erano accollati il grosso mutuo per pagarla.Erano sicuri di farcela,lui rampante professionista di borsa,lei assistente di un noto avvocato della città,il lavoro gli portava via quasi tutto il giorno ma la sera,rientrare in quella casa era come cancellare tutto e tutti.Erano stati tre anni di duro lavoro e di parecchi sacrifici,avevano ormai pianificato tutto,e a breve avrebbero pensato al matrimonio prima e ad un figlio poi.Improvvisamente lui incominciò a scurirsi,ad allontanarsi,a fingere,lei lo aveva capito ma attribuiva tutto allo stress,a qualche passeggero problema di lavoro,anche ad un'altra donna aveva pensato,non ebbe tempo per chiedergli quello che stava accadendo,gli eventi si susseguirono velocemente e si abbatterono su di loro con estrema violenza e danni irreparabili.... |
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