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 La rinuncia di Benedetto XVI
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Amministratore
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Prov.: Taranto
Città: Monteparano


3659 Messaggi

Inserito il - 13/02/2013 : 12:04:28  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Amministratore Invia a Amministratore un Messaggio Privato
enter ha scritto:

vorrei dire...il Papà abdica e rinuncia al pontificato.Onestamente sono profondamente sconvolto.Non credo alla storia dell'affaticamento e dello stato di salute.Papa Giovanni Paolo II° ha convissuto gli ultimi anni del suo pontificato con enormi sofferenze fisiche e non solo.Perchè Benedetto XVI° ha deciso di lasciare?


Forse è meglio aprire una discussione in merito.

"Fatti non fummo per viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza"

pontiflex
Utente Attivo


Città: Monteparano


747 Messaggi

Inserito il - 13/02/2013 : 22:08:13  Mostra Profilo Invia a pontiflex un Messaggio Privato


by Nico Pillinini:



.. propongo (a noi tutti) la seguente interessante riflessione di Gianni Vattimo, apparsa oggi sul suo blog ..

E se il Papa avesse avuto una crisi di fede?

E se avessero vinto davvero Flores e Odifreddi, e i tanti scientisti dogmatici come loro, determinando nel povero papa Benedetto XVI una crisi di fede tale da indurlo a dimettersi? È un’ipotesi niente affatto ingiuriosa e inverosimile: papa Ratzinger ha sempre sostenuto con tutta la sua forza che ragione e fede non sono in contrasto, e che dunque l’adesione al cristianesimo si fonda su quei preambula fidei che furono esposti da San Tommaso e che per secoli sono stati la base dell’insegnamento nei seminari cattolici.

Ebbene, data l’assoluta imprevedibilità e gratuità del suo gesto – certamente il più grande e nobilmente edificante di tutto il suo pontificato – la sola spiegazione che se ne può dare, e che ha fornito lui stesso nella sua dichiarazione al concistoro di ieri l’altro, è quella di un atto di coscienza, deciso in omaggio a un obbligo interiore a cui non ha voluto sottrarsi.

Alla faccia di tutte le motivazioni pratiche, politiche, economiche (qualcuno potrebbe pensare allo Ior). Si è probabilmente reso conto che, nella situazione della Chiesa oggi, le dimissioni sono la sola cosa che un papa può seriamente fare; invece di continuare a lottare per sottrarre il Vaticano all’Ici, o a scomunicare preservativi, omosessuali, unioni civili.

È con la presa di distanza da tutte le “funzionalità” terrene, e dunque mostrando finalmente la faccia anarchica, e autenticamente soprannaturale, del Vangelo, che il cristianesimo può ridiventare una scelta di vita possibile per la gente del nostro tempo.

Se Gesù vivesse oggi tra i suoi pseudo-successori abbandonerebbe immediatamente il Vaticano, forse tornerebbe in Palestina per star vicino ai perseguitati ed espropriati di laggiù, certo non perderebbe più il tempo, e l’anima, seguendo le vicende della politica italiana, o premendo sulle autorità civili di tutto il mondo perché in omaggio alla “antropologia biblica”, le leggi proibiscano l’eutanasia, la fecondazione eterologa, l’adozione da parte di coppie gay, e naturalmente l’aborto e il divorzio.

Non è affatto stravagante pensare che questa crisi di coscienza papale possa essere davvero, o almeno essere legittimamente interpretata, come un evento decisivo nei rapporti del cristianesimo con la “razionalità occidentale”.

La quale da tempo, e con buone ragioni, ha ormai liquidato i preambula fidei; svelandosi per quello che è: la razionalità calcolante del mondo “economicamente” organizzato, dei tecnici motivati dal loro sapere “oggettivo” e, alla fine, della logica bancaria che tutti conosciamo e soffriamo sulla nostra pelle.

Insistere sull’idea che la fede in Gesù Cristo è una scelta razionalmente motivata significa davvero condannarsi a perire assieme all’Occidente capitalistico ormai in disfacimento.

Del resto, il comando della carità di Cristo non è mai andato a genio all’economia e alla razionalizzazione sociale che hanno costituito la forza dell’Occidente e la sua trionfante aggressività.

Non lasciamo cadere il messaggio di Benedetto XVI nel pettegolezzo o nella dietrologia vaticanesca. Prenderlo sul serio come merita vuol anche dire collocarlo nell’orizzonte epocale che gli compete.

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Niedzwiedz
Utente Master


Prov.: Estero
Città: Cracovia


1849 Messaggi

Inserito il - 14/02/2013 : 11:20:47  Mostra Profilo Invia a Niedzwiedz un Messaggio Privato
In risposta alla riflessione di Vattimo mi piacerebbe cominciare con questa citazione da un articolo di Vittorio Messori. Si tratta di papa Alessandro VI (Borgia) “[...]su cui si sono appuntati tanti strali moralistici. Invettive giustificate, intendiamoci. Persino il barone Ludwig von Pastor, il grande (e cattolicissimo) storico del papato, alla fine delle pagine dedicate a quel pontefice, allarga le braccia: niente da fare, pur con tutte le attenuanti dei tempi in cui visse, fu davvero un uomo dissoluto, dedito innanzitutto al piacere suo e alla gloria della sua famiglia. Eppure, è lo stesso von Pastor che dimostra come Alessandro VI razzolasse malissimo ma predicasse assai bene: sul piano religioso il suo pontificato fu impeccabile, fu difesa l'ortodossia, non si dimenticò l'apostolato, si incoraggiarono le iniziative dei santi fondatori. E sono certo che, alla fine, la Vergine intervenne benigna per un papa che ebbe una grande devozione per sant'Anna e che, soprattutto, ripristinò ed estese a tutta la cristianità il suono dell'Angelus.”
È qui che si presenta un nodo centrale nelle discussioni fra credenti e non credenti. L’atto di fede. L’atto di fede nella divinità di Gesù Cristo, e la Sua resurrezione, il quale ha pregato di “confermare i fratelli nella fede” e che “sarà con noi fino alla fine del mondo”, che governerà e assisterà la sua Chiesa fino alla fine dei tempi.

Ma qual’è il compito principale della Chiesa? È la salvezza delle anime.

Se non si guarda da questa prospettiva di fede, le obiezioni dei non credenti possono essere ragionevoli. E non ci si è arrivati adesso a questa conclusione. Proprio S.Paolo dice che: “Se Cristo non è risorto, allora è vana la nostra predicazione, ed è vana anche la vostra fede”, oppure “Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo”. Infatti, se non c’è una vita dopo la morte, il giudizio, la retribuzione delle nostre azioni, a che serve fare sacrifici e sobbarcarsi di mortificazioni inutili?
Il Cristianesimo senza questa prospettiva apparirebbe folle, stolto, di scandalo.

Nella bimillenaria storia della Chiesa ci saranno stati papi lussuriosi, corrotti, guerrafondai, bramosi di gloria terrena e di denaro. Ma quello che dovrebbe sorprendere è che le verità di fede, il deposito della fede, sono rimasti intatti. Ed è questo che serve alla salvezza delle anime.

Anche gli impazienti angeli di una parabola evangelica volevano scendere sulla Terra ed eliminare la gramigna. Ma il Padrone delle messi dice di far crescere il grano assieme alla gramigna. Ed è così. Assieme a persone santissime, nella Chiesa abbiamo pessimi peccatori. E l’ovile è sempre aperto. Si entra e si esce, poi si rientra, finchè il pastore non chiude la porta.

Ma come fa s scrivere Vattimo che, se Gesù ritornasse sulla Terra, bendirebbe matrimoni gay, adozioni di figli da parte di coppie gay, aborti, fecondazioni eterologhe, eutanasia? E chissà, forse un domani, quando la maggioranza lo deciderà, magari benedire la pedofilìa, che a poco a poco stanno cercando di sdoganarla a orientamento sessuale ordinario. Sì, perchè quando non c’è più una verità oggettiva, allora l’uomo si crede misura di tutte le cose e la verità la decide la maggioranza, che di norma segue il più forte.

Infine, almeno Vattimo si vada a leggere un po’ di S.Tommaso, S.Agostino, Padri della Chiesa e dottori della Chiesa, e rifletta di nuovo sulla frase: “Insistere sull’idea che la fede in Gesù Cristo è una scelta razionalmente motivata significa davvero condannarsi a perire assieme all’Occidente capitalistico ormai in disfacimento.”

L’Occidente non sta forse scomparendo proprio perchè ha perso la fede?

In certis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas
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paolomilan63
Utente Normale


Regione: Puglia
Prov.: Taranto
Città: monteparano


69 Messaggi

Inserito il - 17/02/2013 : 00:39:01  Mostra Profilo Invia a paolomilan63 un Messaggio Privato
Io non credo nella chiesa. Ed è quella che si sta sgretolando!
Poi si puo credere a qualcosa nelle maniere più differenti, o non necessariamente immaginare/credere in mondi e vite diversi da quelli in cui viviamo. "La fede"
Il papa si è dimesso, e allora? Non se ne faccia un altro!
Io penso che il vaticano sia uno stato terrificante, che ha un'organizzazione politica storicamente influenzante e plagiante grazie anche al suo enorme potere economico ed attecchimento sull'ignoranza morale.
Probabilmente molte ostinazioni religiose contrapposte alla cristianità potrebbero lenirsi; o si ha paura di essere sopraffatti?
Il mio modo di vedere la questione, è che forse dobbiamo cercare di credere di più nella vita ma non secondo i dettami della "normalità", ma dell'amore verso il prossimo, ovvero del volerci più bene senza la paura che "l'altro" ci possa fregare.
CHI COMINCIA?
Questo è forse il vero problema
Per ritornare alle dimissioni, a mio avviso, purtroppo è un problema serio per chi ha una fede estrema e cieca!
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